Una nuova rubrica dedicata alle donne equilibriste: una serie di interviste a quelle donne che sostengono – quasi sempre da sole – tutto il peso della gestione familiare (oltre a tutto il resto)
Si parla molto in questo periodo di “donne equilibriste”. E da quando mi occupo di aiutare le mamme a organizzarsi meglio in casa e fuori, sento anche molto forte la responsabilità di parlare di loro, della disparità che ancora oggi esiste tra uomini e donne, non solo sul lavoro, ma anche in ambito domestico.
Molto spesso, infatti, il lavoro domestico e di cura dei figli ricade ancora quasi completamente sulle donne, con conseguenze sulla loro carriera e sulla loro vita personale (il famoso carico mentale), e durante il lockdown questo problema è emerso in maniera inequivocabile.
Cosa si può fare per cambiare?
Questo vortice – alimentato ulteriormente dalla differenza di salario tra uomo e donna – è un problema sociale, anche molto radicato, che non si può risolvere da un giorno all’altro. Ma ci sono alcune semplici cose che si possono, e anzi, si devono fare:
- prima di tutto: far emergere il problema. Come? Parlandone: sui social, a cena, in ufficio, sui mezzi; con gli amici, con i mariti, con i figli, con i suoceri e con i colleghi;
- leggere e studiare i libri e gli articoli sull’argomento (non smetterò mai di lodare il fumetto di Emma “Bastava chiedere”, semplicissimo e tragicamente divertente, da regalare a tutti gli amici maschi che hai!);
- sensibilizzare compagni e amici rispetto alla responsabilità delle loro azioni in presenza dei figli. I bambini ci osservano e replicano le nostre azioni (non so se avete mai visto questo spot), ed è evidente: se il papà non è coinvolto nella gestione della famiglia, l’ovvia ricaduta sarà che i figli penseranno che quella sia la normalità, replicando nelle loro vite future gli stessi schemi.
L’organizzazione può aiutare
Nel mio piccolo, quello che faccio con le mie consulenze per aiutare le mamme a organizzarsi, è fornire degli strumenti organizzativi personalizzati per le specifiche necessità della famiglia in questione.
Questi strumenti hanno l’obiettivo di rendere un po’ meno equilibriste le donne, aiutando i membri adulti del nucleo familiare a decidere come dividersi equamente i compiti domestici e di cura.
Naturalmente prima va appurato che ci sia uno spazio di dialogo tra i partner e che siano sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda.
Nel caso in cui questa condivisione di intenti non ci fosse, per aiutare le mamme a organizzarsi, valuto con loro come snellire, velocizzare e semplificare i loro compiti in modo da non soccombere sotto il peso degli infiniti impegni legati alla gestione personale, familiare e lavorativa.
Con questa rubrica però voglio concentrarmi principalmente sul primo punto: far emergere il problema e far prendere consapevolezza a quante più persone possibile che questa situazione esiste e dev’essere affrontata da tutti.
Interviste a donne equilibriste
Un giretto nella vita caotica di altre donne che, proprio come te, tengono sospese per aria quelle cinquemila palline pronte a caderti in testa da un momento all’altro.
Se ti va, anche tu puoi fare la tua parte per sensibilizzare le persone sul tema, condividendo queste storie sui tuoi social o raccontando la tua con l’hashtag #donneequilibriste (mi raccomando tagga sempre @organizzatamente così posso ribattere i tuoi post)
Inauguro la rubrica con Valentina, moglie, mamma e professionista, oltre che amica, che ha accettato di raccontare qui cosa succede nel backstage della sua vita.
Valentina
Chi sei e di cosa ti occupi?
Sono Valentina, sono una mamma, moglie, donna lavoratrice, mi occupo di comunicazione nell’ambito musicale, di festival, artisti, editoria. Sono una libera professionista, in particolare consulente per una delle più importanti realtà di comunicazione italiane. Ho due figli: Ginevra di 12 anni e Leo di 7.
Com’è andata la vita in casa durante il lockdown? come era la tua giornata-tipo?
Durante il lockdown la giornata iniziava con sveglia, yoga, colazione con i bimbi, impostazione compiti/avvio videolezioni e, nel contempo, impostazione del mio lavoro: lettura dei giornali, risposta alle mail, programmazione della giornata. A pranzo ci ritrovavamo con tutta la famiglia e al pomeriggio cartoni, compiti, svago (fortunatamente abbiamo un giardino così, mentre io lavoravo all’aria aperta, i bambini si inventavano insieme giochi, respirando aria fresca).
La sera Lele cucina (yeah), cena e nanna dei bimbi, poi spesa online e organizzazione di piccole cose per il giorno dopo. Relax con Lele insieme o separatamente.
In questo periodo in cui non c’erano aiuti domestici, ci siamo divisi i compiti di cura della casa fra tutti i membri, ma non posso negare che spesso mi sono trovata a occuparmene da sola, soprattutto verso la fine del lockdown. Sicuramente però ognuno ha imparato a contribuire di più, anche per via del mio perseverare continuo, di cui però non ne faccio un vanto.
Sei felice del tuo equilibrio vita privata/vita lavorativa? Cambieresti qualcosa e, se sì, cosa?
Ho il grande difetto di non sapere delegare l’organizzazione della casa (salvo nel caso di un aiuto domestico) né gli aspetti legati ai bambini. In un periodo normale gli spazi vitali personali sono abbastanza garantiti, anche per via di un lavoro che ha uno sbocco fuori da casa, un lavoro che mi appassiona e mi rende felice. Sicuramente avrei bisogno di avere una giornata di 48 ore per metterci dentro tutto quello che mi piace, dalla famiglia agli amici, al lavoro allo sport, alle uscite.
In casa la divisione dei compiti è equilibrata?
No, anche se devo dire che il lockdown ci ha reso tutti più sensibili sull’argomento e ho scoperto che il modo migliore è lasciar fare anche agli altri membri della famiglia, con i propri tempi. Per esempio, finita la cena io sparecchio subito perché odio doverlo fare dopo aver messo a letto i bambini, ma ho capito che spesso si tratta solo di rispettare i tempi di reazione altrui: con questo metodo si possono ottenere grandi risultati.
Hai un “trucchetto” che ti aiuta nella gestione di qualche aspetto della tua vita privata o lavorativa? Un metodo o un sistema a cui ti appelli quando sei in difficoltà?
Lasciar fare agli altri, isolarmi, fare altro, tipo lo yoga, tipo “arrangiatevi”: funziona, ogni tanto.